29 Ottobre 2019

ISMETT: trapianti da donatore vivente

ISMETT: trapianti da donatore vivente

Trapianti, quello che non sappiamo. Come si può diventare donatori viventi “Ma le informazioni sono ancora scarse”

Oltre 1200 trapianti di fegato in vent’anni di attività, più di 50 in soli tre mesi, tra luglio e settembre del 2019: l’ISMETT IRCCS – l’Istituto Mediterraneo per Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione – di Palermo compie due decadi di vita dal primo intervento e pensa al futuro.

«Dovremo affiancare i trapianti da persone viventi a quelli da persone decedute», annuncia il Prof. Bruno Gridelli, ex direttore della struttura e oggi Vice Presidente Esecutivo di UPMC International di Pittsburgh e Amministratore Delegato di UPMC Italy, che detiene il 42% di ISMETT e altre realtà ospedaliere in Italia. Il motivo è semplice e nasconde una buona notizia: «Anni fa la maggior parte dei donatori di fegato, e in generale di altri organi, erano persone che morivano in incidenti stradali. Individui spesso giovani i cui organi erano, al momento del decesso, in ottime condizioni. Ma in questi anni per fortuna di incidenti mortali ce ne sono stati meno. E ora ci troviamo a ricevere organi da donatori ultra 70 enni: quindi non sempre si possono usare adeguatamente». Per questa ragione, «si stanno riattivando i trapianti da vivente, sia di fegato che di reni, che peraltro hanno un grande vantaggio: l’intervento può essere pianificato e ciò ci permette di non aspettare che il paziente in lista di attesa sia in condizioni gravissime».

Leggi l’articolo completo (pubblicato su La Stampa, 29 ottobre 2019)