Oltre 1200 trapianti di fegato in vent’anni di attività, più di 50 in soli tre mesi, tra luglio e settembre del 2019: l’ISMETT IRCCS – l’Istituto Mediterraneo per Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione – di Palermo compie due decadi di vita dal primo intervento e pensa al futuro.
«Dovremo affiancare i trapianti da persone viventi a quelli da persone decedute», annuncia il Prof. Bruno Gridelli, ex direttore della struttura e oggi Vice Presidente Esecutivo di UPMC International di Pittsburgh e Amministratore Delegato di UPMC Italy, che detiene il 42% di ISMETT e altre realtà ospedaliere in Italia. Il motivo è semplice e nasconde una buona notizia: «Anni fa la maggior parte dei donatori di fegato, e in generale di altri organi, erano persone che morivano in incidenti stradali. Individui spesso giovani i cui organi erano, al momento del decesso, in ottime condizioni. Ma in questi anni per fortuna di incidenti mortali ce ne sono stati meno. E ora ci troviamo a ricevere organi da donatori ultra 70 enni: quindi non sempre si possono usare adeguatamente». Per questa ragione, «si stanno riattivando i trapianti da vivente, sia di fegato che di reni, che peraltro hanno un grande vantaggio: l’intervento può essere pianificato e ciò ci permette di non aspettare che il paziente in lista di attesa sia in condizioni gravissime».
Leggi l’articolo completo (pubblicato su La Stampa, 29 ottobre 2019)