
L’evento, organizzato da AmCham Italy (American Chamber of Commerce in Italy), fa parte di una serie di incontri volti a valorizzare gli esperti, i managers e leaders degli enti che fanno parte e costituiscono la forza del suo network (fornitori, aziende farmaceutiche, enti e fondazioni private, start-up del settore, studi che hanno dei legami con gli USA, come nel caso di UPMC).
Obiettivo dell’incontro di fine aprile, a cui ha partecipato come relatrice la Dott.ssa Laura Raimondo, quello di discutere il momento attuale della sanità in Italia, la crisi originata dall’emergenza COVID-19, le prospettive e gli sviluppi che ne deriveranno in termini organizzativi, economici, istituzionali e di modifica dei rapporti fra soggetti, ed in particolare l’interazione del settore pubblico con quello privato che si spera andrà sviluppandosi, oltre a iniziali stime circa l’impatto che l’emergenza COVID-19 provocherà nel settore. Le questioni affrontate hanno spaziato dal ruolo che il digitale ha avuto nella crescita del settore e nel miglioramento della qualità del servizio reso e, nel caso specifico di questa emergenza, al contributo che avrebbe potuto rendere se il settore dell’healthcare – inteso in senso ampio – avesse realizzato una digitalizzazione più spinta, al ruolo che le metodologie del Value based Healthcare possono giocare nel miglioramento continuo degli esiti dell’azione clinica e organizzativa all’interno degli ospedali, e quale metodologia di incremento dell’efficienza nella produzione dei servizi nell’intero settore della salute e nello stesso Servizio Sanitario Nazionale. Infine, è stata proposta fatta una prima valutazione dell’impatto dell’emergenza COVID-19 sul settore sia da un punto di vista tecnologico sia di organizzazione della Sanità. È emerso un fabbisogno importante di prestazioni di telemedicina e tele-assistenza, da poter erogare ai pazienti, ai medici di base e agli addetti del settore. Cogliendo l’opportunità offerta dal momento attuale, si dovrebbero definire e qualificare tali prestazioni e individuare le modalità di remunerazione delle stesse. Ciò probabilmente influenzerà lo sviluppo tecnologico di tali servizi, con riguardo in particolar modo alla connessione e all’interoperabilità degli stessi con i vari strumenti, sebbene non ancora a regime, di fascicolo sanitario elettronico del paziente o di piattaforme di raccolta di dati clinici ed epidemiologici. Si è concluso che sarebbe opportuno riflettere sulla possibilità di seguire, a livello nazionale (come suggerito da M. E. Porter*), un modello integrato di cura del paziente (utile non solo in caso di pandemie, ma anche nelle maggiori patologie croniche e non), nel rispetto del principio di individuazione della catena di azioni da attuare relativamente alle cure (ispirate dai protocolli di cura e da policy che ne guidano e indirizzano l’azione) e monitorabili, in modo da remunerare correttamente i costi associati alla cura e alla raccolta e sistematizzazione dei dati necessari a valutare gli esiti della cura attraverso un sistema concordato di indicatori, come nel caso del Programma Nazionale Esiti. Altro elemento legato alla digitalizzazione è lo sviluppo di un sistema di formazione in remoto di tutte le categorie di addetti del settore.
È stata evidenziata l’esigenza di investire maggiormente, sulla base di una programmazione dell’emergenza declinata a livello regionale, nella revisione dei settings assistenziali garantendo la separazione tra strutture/percorsi COVID-19 e non, all’interno delle strutture sanitarie e nell’organizzazione dell’offerta ospedaliera e territoriale, per poter reagire in modo coordinato e adeguato ad un’eventuale seconda ondata di espansione del virus e a qualunque eventuale futura epidemia/pandemia. Questo comporterà un ripensamento complessivo anche nella distribuzione della spesa pubblica sanitaria per investimenti, una diversa gestione delle risorse e dei bilanci delle aziende sanitarie e una generale innovazione nella gestione di processi complessi.
Infine, un altro elemento messo in luce attualizzatale emergenza del COVID-19 è la necessità di costruire una piattaforma di raccolta, analisi e gestione dei dati in tutti gli ambiti assistenziali (prevenzione, territorio, ospedale), che consenta di comprendere meglio l’evoluzione di questo virus, ma più in generale di altre epidemie o sviluppo di malattie, favorendo l’analisi dei percorsi assistenziali e mettendo a disposizione a livello nazionale gli stessi dati coerentemente con la normativa europea sugli open data. Da ultimo, nel corso della discussione è apparso chiaro il ruolo che la collaborazione fra pubblico e privato può giocare nell’arricchire sia il percorso di innovazione in sanità, che nel costruire una risposta pronta e adeguata alle esigenze poste dall’emergenza.
* The Value Agenda for Italy. Le soluzioni operative della Value Based Health Care in Italia per rilancio e crescita del Servizio Sanitario Nazionale VIHTALI spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Medtronic, Maggio 2018