Test sierologici per il SARS-Cov2: dove siamo oggi

23-04-2020 I nostri specialisti
Test sierologici per il SARS-Cov2: dove siamo oggi

Nel corso dell’attuale pandemia sono stati rapidamente sviluppati test per l’individuazione della presenza nel sangue di anticorpi contro il virus SARS-Cov2. Molti di questi sono stati commercializzati in forma di test rapido, potenzialmente utilizzabile per l’autodiagnosi.

Cosa fanno questi test?

La risposta immunitaria precoce (nei giorni immediatamente successivi al contagio) è testimoniata dalla presenza di anticorpi della classe IgM, mentre la risposta più tardiva e più o meno persistente (variabile a seconda del virus responsabile dell’infezione) è rappresentata dalla presenza nel sangue di anticorpi della classe IgG. La disponibilità dei test anticorpali è ovviamente un passo fondamentale, ma purtroppo il valore dei test, il loro significato e l’utilizzo nella pratica clinica possono essere definiti solo ed esclusivamente attraverso l’analisi dei risultati del loro uso in popolazioni molto ampie, rappresentative di diverse tipologie di soggetti (ad esempio asintomatici, sintomatici, guariti) e per periodi sufficientemente lunghi. Tutte queste informazioni sono al momento non disponibili, semplicemente perché non abbiamo avuto il tempo per raccoglierle: la pandemia è esplosa solo un paio di mesi fa e si è diffusa nelle ultime settimane. Dovremo aspettare ancora parecchi mesi prima di avere le prime risposte in questo campo. Le domande chiave, in questo contesto, a cui non siamo ancora in grado di dare risposte quindi sono:

  • Quanto possiamo essere certi di non avere avuto contatti con il virus quando il test è negativo (assenza di anticorpi)?
  • Quanto possiamo essere certi di avere avuto contatti con il virus quando il test è positivo (presenza nel sangue di anticorpi)?
  • L’eventuale presenza di anticorpi ci difende dall’infezione? (La risposta più verosimile è “si”, ma non ne siamo ancora certi, purtroppo non tutte le malattie virali producono anticorpi “protettivi”)
  • Nel caso questi anticorpi si rilevassero protettivi, per quanto tempo continuerebbero a proteggerci da una nuova infezione da SARS-Cov2?

Nonostante tutte queste limitazioni, tutti i paesi del mondo colpiti dalla pandemia, inclusa l’Italia, stanno avviando programmi di screening di popolazione, con l’obbiettivo di ottenere informazioni epidemiologiche sullo stato dei contagi e sulla penetrazione dell’infezione nelle diverse aree geografiche. Purtroppo le informazioni ricavate dal test potranno essere utilizzate nella gestione clinica dei singoli soggetti in una quota molto limitata di casi, ed in contesti molto specifici.  In ogni caso il risultato del test dovrebbe essere sempre valutato ed interpretato da medici con competenza specifica, i quali possono fornire le corrette informazioni e dare indicazioni sui provvedimenti da attuare nel singolo caso.